Transcription

Carnevalin, Gian-Luca**, Lettre à l'intention d'Auguste Tissot, Commessaggio [Mantoue], 10 décembre [1782]

Sigr Cugino Carmo

Commessaggio a 10 xbre 1782

Un rispettabile Soggetto d’anni 50 circa, di temperamento sanguigno-melanconico, d’abito di corpo mediocre,
tanto in quest'ultima sua età alla vita sedentaria, quanto dedito nella giovinezza al moto violento s'ammalò di
febbre, che lo investì improvisamente con orripilazioni; alle quali successe proporzionato calore, accompagnato da
lancinante dolore, che dalla quinta costa verso destra estendevasi verso la scapola del lato medesimo, ed alle vertebre
del dorso. Accusava l'infermo per causa procatartica il freddo improvisamente preso, e l'irregolarità della corrente stagio=
ne. Fu tale l'acutezza del dolore fino dallo principio della malattia, che non potè mai il povero paziente decombe=
re orizontalmente, che, come dicono i Medici, erecta cervice. Sete discreta, niuna tosse di sorta, polso duro,
ed ineguale, vigilie pertinaci, smanie, dolore, che si esacerbava al più leggiero tatto, ansietà di respiro soltanto
manifesta allora, quando ò su dell'uno, o dell'atro, e principalmente sopra l'affetto fianco si sforzava giacere,
ovvero orizontalmente, rare deficienze d'animo, e convulsioni erano i sintomi principali, che accompagnavano
uniti fino alla 4. giornata della malattia, la quale lusingava taluno dovesse alfine felicemente risolversi, at=
tesi i sudori comparsi intale giorno copiosi, ed eguali, e per quanto scrivevassi ad un Medico assente con sollievo
dell'ammalato. Si disputò civilmente tra Medici, se questa malattia giustamente meritar potesse il nome di
vera pleurisia, oppure se meglio dirla conveniste une reumatica affezione infiammatoria di petto. La
mancanza positiva della tosse non comparsa giammai entro il 4. giorno, l'indole del dolore, che sembrava ap=
partenere alla musculatura, giacche inasprivasi alla piu dilicata compressione, ed anteriormente dalle coste
alla scapola diriggevasi secondo la posizione de due muscoli serrato antico magge e minore, e non meno la
previa cognizione, d'avere il paziente soggiacciuto otto giorni prima ad una Ischiade tormentosa
trassero in Consulto la parte opposta ancora a soscriversi alla seconda opinione. Siccome poi ad un dippresso si nell'=
una, che nell'atra natura del morbo pari erano le indicazioni curative non si quistionò lungamente so=
pra la nomenclatura del male, ognuno concorrendo unanimemente alle prefisse indicazioni stesse co' generali
presidj dell'arte. Qui punto fermo. Dimandasi, se la malattia stipata da succennati sintomi si dovesse allora
fuori di sbaglio nominare una vera pleuritide essenziale, oppure se le si dovesse piuttosto attribuire il no=
me di reuma infiammatorio di petto. Sotto l'uso intanto degli ammollienti, incisivi, ed antiflogistici presidj, ed oltre
già in piu volte oncie trenta d circa di sangue, coperto di tenace cottenna, ed ancora, appena doppo, l'appli=
cazione de' vessicanti alle braccia, ed al fianco affetto, usurpata in discreta dose una emulsione paregorica, onde
istupidire la fibra nervea, e conseguentemente mitigare l'atrocità del dolore, ritrovò l'ammalato non po=
co giovamento, incomminciando a meglio decombere, dormendo d'un sonno ristoratore, copiosamente sudando,
e mandando un'orina fiammea con sedimento laterizio. Questi vantaggi si provarono nella quinta
giornata, ed io per adesso non deciderò, se la maggiore frequenza del polso, tuttoche ondoso, e molle, e se
i sudori, che ancora largamente scaturivano, potessero determinare impunemente un Medico a celebra=
re nella notte del giorno stesso, di già debilitato anche di troppo l'infermo, la quinta flebotomia. Ma entria=
mo nel massiccio della difficoltà. Era per spirare la quinta giornata, quando si manifestarono vari insalti
di tosse secca, quando resesi, come sul principio, difficile il decubito, e quando tornarono le veglie, e le inquie=
tudini, di già soppressa la tiaforesi. Entrata poi appena la notte della septa giornata, ahi, sclama tra le
smanie il miserabile infermo, ahi, che mi si è rotta nel petto una vessica. Sortivano intanto largamen=
te con tosse continua crasse, gialle, e fetidissime materie, e si può senza esaggerazione assicurare, che in due
giorni soli sene siano evacuate per lo meno cinque libbre, e nel decorso poi della malattia durata fino
al principio della decima terza, e termine della ferale scena, più d'otto libbre di marcia si sarebbero
misurate. Non mancò, chi simulatamente accertasse in meno accorsi circostanti, ad onta di aver agevol=
mente <1v> rinunziato nel Consulto all'idea di pleurisia, essere appunto suppurata allora la pleuritide, e dover=
sele attribuire la straordinaria copia delle puzzolenti materie, che sgorgavano. Altri poi quantunque prima,
come dissi, avessero opinato, chè alla classe delli reumi infiammatorj di petto dovessesi ridurre la già
enunziata malattia, pur non di manco credettero necessaria l'onesta confessione / non curando le mor=
morazioni, e disprezzando l'amor proprio per lo spirito della verità / che una vomica occulta, sedente nel
lobo destro del polmone rappresentasse essenzialmente la tragica scena, da cui indi derivassero, come da prin=
cipale cagione tutti altri fenomeni fatali. Un Willisio, un Tulpio, un Etmullero, un Baglivio, un Lieutaud,
ecc. e in questi nostri tempi un immortale Tissot dovevano animare la parte contraria ancora a persua=
dersi intimamente, che una vomica latente non à veramente caratteristici segni, che può strane forme
vestire, e quindi la perizia deludere de' Medici i piu sagaci, giacche principalmente secondo il mentovato
accuratissimo Willisio -- Neque per signa ulla patognomonica dignosci valet hicce morbus, neque progno=
sj institui potest, antequam ictu ferali se prodit -- Io confesso ingenuamente la verità, fra la molti=
plicità de' taciti miei sospetti m'indussi a credere, che un reuma infiammatorio di petto piu verosimil=
mente dovesse accusarsi, ma con pari ingenuità però, meglio dicchiartatasi la malattia, ò confessato, e confesso
che da vomica coperta la serie tutta si doveva ripetere de' fenomeni indicati. E forse che la Notomia mia allorâ
non ce ne somministrava una facile spiegazione? Forse non ce ne persuadeva il peso delle autorità de'
più classici autori? E forse insomma tanta copia di marcie fetidissime poteva mai somministrare una
suppurata vera pleuritide, al principio appena della septa giornata pervenuta? Non è questa una quistione
che spargere debba disgustosi rancori fra Medici amici, tuttoche non peranche unanimi di parere. Io bra=
mo esserne illuminato e quindi prego v. S. Rivma conferire su tale proposito co' miei amici Dr Locatelli
e Gelmi, e particolarmente quando le si presenti convenevole occasione, consultare il dottmo Sigr Tissot, la
di cui autorità a quella di molti prevalerebbe, e m'indurrebbe più facilmente a confessare con
candidezza la mia ignoranza più presto, che insistere con pertinacia a sostenere uno sbaglio, che mi
si mostrasse evidentemente. La sezione del cadavere veramente avrebbe dileguata ogni dubbiezza,
ma la mia assenza, e lo ribrezzo, che ànno, come ella sa, in questi paesi i parenti de' morti, al solo no=
me di taglio, non ci lasciarono altro mezzo, onde prevenire al vero, che ricorrendo all'oracolo del
Sigre Tissot. Abbia Ella, di grazia, l'incomodo, e concorra graziosamente allo schiarimento de' miei
dubbj, assicurandola, ch'io altro fine non mi sono prefisso, che di giovare in avvenire con maggiore
efficcacia a miei clienti. Questo nostro Sigre Zio prevosto sta benissimo, e per me lo saluta, in compa=
gnia di mia moglie. L'abbraccio cordialmente, e pregandola di sollecito incontro, sono inalterabil=
mente

Suo affezmo Cugino, e Sere vero

Dr Gian-Luca Carnevalin

Etendue
intégrale
Citer comme
Carnevalin, Gian-Luca**, Lettre à l'intention d'Auguste Tissot, Commessaggio [Mantoue], 10 décembre [1782], cote MHL Fonds Bridel. Selon la transcription établie par Miriam Nicoli et Béatrice Lovis pour Lumières.Lausanne (Université de Lausanne), url: http://lumieres.unil.ch/fiches/trans/728/, version du 28.03.2014.
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